Remi, zio Giovanni e altri tre minatori, a causa di un crollo, rimangono sepolti a 250 metri di profondità. Fortunatamente per loro l'acqua non è riuscita ad arrivare in alcune nicchie, dove trovano rifugio. In attesa che arrivino i soccorsi, iniziano però a sentire i morsi della fame e, dopo non poche peripezie, riescono a raggiungere la saletta privata del sovrintendente, dove trovano abbondanti provviste. Nel frattempo in superficie Mattia va su tutte le furie quando scopre che il padrone della miniera ha deciso di sospendere le operazioni di soccorso. Decide quindi di mettersi a scavare da solo. Davanti a tanta determinazione, il padrone cambia idea e ordina di riprendere le ricerche: Mattia e Remi possono riabbracciarsi.